Emisfero Australe Tropico del Capricorno
10000km circa, fuori piove.
Quando ho deciso di seguire Giulia in questa avventura dentro di me avevo, ed ho tutt’ora, la voglia di mettermi in gioco di capire se veramente, come dice qualche mio Amico, anche qua potevo “spostare gli equilibri”, se potevo essere me stesso.
Non è stato facile, non è facile tutt’ora.
La Corsa e la Tavola, anche questa volta mi hanno aiutato, ci hanno aiutato….
Ricordo come se fosse oggi la prima volta che ci siamo presentati alla run organizzata dal Nike Running Club di o Paulo, cosi uguale e cosi diverso dal nostro, era un sabato di inizio febbraio e con lo sguardo cercavo insistentemente volti amici, Maico e Giorgio fuori dallo store, Silvietta o Sara dentro pronte a farsi abbracciare o la Taty frettolosa e sempre in ritardo che entra di corsa blaterando parole incomprensibili… ma eravamo Giulia ed io… in mezzo a facce sconosciute tra loro Felippe, unico volto conosciuto grazie a Ivano e Run4Food.
Non conosco l’italiano figuratevi Inglese o Portoghese.
Gli ho bussato su una spalla… Felippe?
Sim… eu suo Roberto… Sorrisi, saluti e via di corsa… ma da quel giorno Felippe non mi ha lasciato solo un secondo.
Poi venne il Carnevale e qui tutto si ferma run comprese, ci si rivede dopo tre settimane e si riprende tutto da capo, ma Felippe è li pronto a tendere la mano.
Siamo simpatici al gruppo perché siamo italiani ed abbiamo una divisa figa! Nel mentre a NY c’è stato il meeting e qualcosa nei running club di tutto il mondo sta cambiando, qui cambia il coach, aumentano i pacer, parte la gara ad iscriversi e si finisce spesso nella lista che “Espera”… ma non demordiamo, iscritti o no andiamo a tutte le poche run (qua si corre solo di sabato per problemi logistici)…
Ma non mi basta. Mi sento uno dei tanti. La lingua anche se migliora rimane uno scoglio, dico 10 parole, quattro sbagliate, due le invento e una la gesticolo!
Anche in Italia il mio inserimento fu complicato e ci volle la mezza del Lago Maggiore per entrare veramente nel gruppo, ma li con me c’era Luca e con lui tutto è sempre più facile.
Non demordo e Giulia è di grande aiuto, lei è nettamente più avanti con la lingua e agevola la comunicazione, piano piano iniziamo a conoscere altre persone, soprattutto chi fa parte dello staff ed è cosi, che con la mia solita faccia di tolla, tramite Giulia chiedo di poter avere la divisa del running club perché sto per partire per Roma e mi piacerebbe correre la maratona con la divisa del mio nuovo gruppo.
Il sabato prima di partire la responsabile di Nike lascia a me e Giulia un pacchetto, dentro c’è la divisa ufficiale del Club e una lettera di benvenuto. Qualcosa si è mosso.
Partiamo per l’Italia contenti ma sono conscio che ciò che voglio è ancora lontano a venire (anche se poi scopro di avere la divisa che molti brasiliani ancora oggi non hanno!!)
I giorni in Italia con gli amici e soprattutto al mare con la mia Famiglia allargata mi fanno ricordare chi sono e da dove arrivo.
Devo fare qualcosa. E faccio la cosa che nella vita ho imparato dai miei Amici, che sia a casa di Ste, di Luca, di Ivo, di Gino, di Maggi nulla unisce di più che mangiare alla stessa tavola.
Ne parlo con Giulia e decidiamo di invitare l’unico vero amico che per ora abbiamo, Felippe con lui sua moglie Deborah.
Loro con entusiasmo accettano.
Sembra una barzelletta… ci chiediamo come sarà, la lingua, gli argomenti, il cibo… ma Giulia in queste cose è speciale… e Ivano mi da una mano regalandomi la sua maglia dei Red Snakes Milano da regalare a Felippe.
La serata scorre serena, mettiamo il vero primo mattone sulla nostra vita sociale qua. In più conosciamo a fondo due nuovi amici e scopro che Felippe è come me… ne sono certo quando a metà cena entrambi siamo senza scarpe e chi davvero fa parte della mia famiglia sa che io lo faccio a casa di tutti e se potessi girerei scalzo!
Debora ma soprattutto, Felippe diventano un po’ i nostri ambasciatori. Io e lui alle run facciamo sempre coppia e casino!
Un passo alla volta iniziamo ad entrare i contatto con altri ragazzi del Club, ognuno di noi due lo fa a suo modo ma il risultato è lo stesso. Non siamo più gli italiani in trasferta siamo Giulia e Magister.
Iniziamo a capire chi può andare oltre al semplice saluto alla run e decidiamo di organizzare una seconda cena al mio ritorno dalla gita per il “passatore”. Torno dall’italia con pesto, trofie, grana e propongo una serata tricolore.
Il gruppo si allarga, raddoppia, da quattro ad otto.
La serata è il crack che muove tutto. Lo capisco quando guardo il telefono e Cadu (ironman, fotografo ufficiale di nike e fuori di testa) apre la mia prima chat brasilana in whatsapp!
Ma soprattutto quando l’indomani alla run siamo sulla bocca di tutti e noi otto facciamo squadra, una squadra strana perchè nessuno è di Sao Paulo! Io e Giulia italiani, Mariana e Rui portoghesi ed espatriati come noi, Cadu, Felippe e Deborah carioca e la piccola Maura di Itararè.
L’entusiamo è contagioso, la chat esplode ed arriva la prima gara ufficiale corsa non da solo. E la 21K Mizuno HM.
Giulia Lavora, Rui dorme ma io, Deborah, Felippe, Marianna siamo al via insieme e con noi Niki e Andrè.
Decido di correre con Niki a cui il giorno prima ho promesso di farle da compagno per provare a battere il suo PB. Corro sotto ritmo e sottotono ma è una vittoria perchè dopo 4 mesi ho finalmente corso con degli amici!!!
L’affiatamento nel gruppo è in costante crescita tra una cena e una run, finalmente ci sentiamo parte di una comunità e all’orizzonte sta per arrivare la prossima avventura, perché questo gruppo di amici il 26/7 si presenterà a Rio de Janeiro, nella cidade meravilhosa, per passare un week insieme e… e il resto ve lo racconto la prossima volta. #staytuned
Siamo qua, Siamo noi, non siamo due dei tanti…