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IronMario e Zoot insieme per un sogno chiamato Ironman

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Avete presente quando siete in un posto con il corpo, ma la mente è a diecimila chilometri di distanza?
Nel mio caso i chilometri di distanza non erano più di trenta, eppure non riuscivo a pensare ad altro.

Da quando avevo ricevuto la telefonata della portinaia di casa mia, che non mi annunciava la rottura della caldaia ma l’arrivo di un pacco postale, niente aveva potuto tenermi ancorato alla sedia; mi ero allora trovato a vagare per i corridoi degli uffici, riuscendo a svolgere solo il lavoro manuale ma niente che avesse la minima attinenza con il cervello.
E pensare che tutto era nato per gioco, a cuor leggero, senza pensieri, ma con il solo intento di divertirsi e trarre il massimo godimento. Quello che sembra un approccio zen da supermercato in realtà si è trasformato in una cosa bella.
Sullo sfondo un sogno: riuscire a chiudere l’Ironman Italy 70.3 di Pescara, del prossimo 14 giugno.
In concreto, alcuni problemi da superare:
1. evitare di nuotare indossando i boxer con la bandiera degli Stati Uniti;
2. lasciare in soffitta la cuffia con i fiori di gomma della nonna;
3. trovare qualcosa di più adatto degli occhiali di Elton John per vedere sottacqua.
Già, ma con chi condividere questo progetto?
Con Ivano, il fondatore di questo sito, abbiamo iniziato a ragionare su chi fosse l’interlocutore giusto da contattare.
Ci abbiamo messo un secondo, perché ci è subito venuto in mente Zoot.
Zoot era la risposta alla cuffia della nonna e al costume da Beach Boy, e quando sono riuscito a mollare l’ufficio arrivando a casa dopo un tratto di guida in puro stile Sebastian Vettel, ho capito il perché.
La scena è questa: sono a casa, sono solo.
Adagio il pacco sul tavolo, lo guardo, sorrido.
Non resisto: lo apro.
Dentro cosa c’è? Una muta, la Z Forca 1.0 Weetzoot (tradotto: una muta in neoprene yamamoto cell 38); un Trisuite, il Performance Tri Team Racesuite Pewter/sub Atomic yellow; una Swimfit Silicone Cap green flash.
Avete presente il film (che poi è un libro innanzitutto) con Tom Hanks che fa il Professor Langdon in Vaticano? Esatto, sto parlando di Angeli e Demoni (il libro è di Dan Brown).
In quel film (libro) si parla degli Illuminati, il cui logo ha la particolarità di poter essere letto da qualsiasi lato lo si guardi.
Il logo di Zoot ha la stessa peculiarità, e capirlo ha già abbassato il mio tempo della frazione a nuoto.
Tutto questo materiale però va indossato subito, per riuscire ad avere la certezza che tutto funzioni. Cosa c’è di meglio di chiedere all’amico Alessandro, che di professione fa il fotografo?
Il problema dei fotografi professionisti è che vogliono fare le cose bene. Dimenticate i selfie, le foto con le boccacce o le dita sull’obbiettivo. I fotografi se ne fregano se tu ti senti un imbecille, perché conta solo il risultato finale.
Cosa pensereste allora di IronMario (cioè di chi vi scrive) in Piazza Castello e all’Arco della Pace?
Magari così non pensereste niente, ma provate a immaginarlo vestito con la muta, la cuffia e gli occhialini nel mese di marzo…
Il risultato? Lo potete vedere da soli…
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Io intanto continuo il mio percorso dallo psicologo per riprendermi da questa esperienza. Che però ha fatto sorridere; se non me, tutti i turisti del centro di Milano che si affollavano per fotografarmi!
Scherzi a parte, però, ora è arrivato il tempo di andare ad allenarsi… #staytuned

hashtag ufficiali:
#IronMario
#Run4Food
#zootitalia
#zootsport

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©Photos by Alessandro Romiti: AlessandroRomiti.com

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