Il Garmin suona sempre due volte.
Concentrazione pre gara.
Ormai mancano solo pochi minuti alla partenza.
Il tuo allenatore, Roberto Cella, ti dice “forza Ale, voglio vedere un bell’allungo adesso“, e allora tu non lo deludi e fai l’allungo della vita (almeno credi), il migliore di sempre, il migliore allungo mai visto prima nella storia della tua carriera sportiva di “atleta”… e lo fai così bene, quest’allungo, che decidi di inserirlo nel tuo ricco curriculum vitae, proprio lá, poco dopo le Esperienze Professionali, e poco prima delle Conoscenze Linguisitiche… e allora lo inserisci, questo allungo, e sopra a “Spagnolo: livello molto buono tipo Penelope Cruz” scrivi “Cavallo di battaglia: allunghi (CrossXTutti-quarta tappa, 18/02/2018-Seveso)”.
Applausi per te. Grazie. Ti senti bene. Stai bene. Alla fine, nonostante la dura settimana trascorsa tra pizze napoletane e ripetute, tra risotti di ogni tipo e fartlek, ora che sei qua ai nastri di partenza, ti senti bene. Stai bene. Dentro i tuoi quadricipiti ormai da tempo dorme un cinghiale… un cinghiale che si è addormentato in sala, e che tu, da sola, non riesci a spostare dal divano alla camera da letto… eppure, nonostante il cinghiale… appena indossi un pettorale non c’è cinghiale che tenga e te la senti di brutto.
Il pubblico di Seveso, congelato nella nebbia, è lá anche per te. Non puoi deluderli. E nemmeno tuo padre, che è lá anche lui, con la sua Sony in mano, pronto a scattare foto, a rubare sguardi, espressioni di fatica, sorrisi…. mentre i suoi piedi stanno morendo, e con loro anche mani, orecchie, naso e capelli… no beh, i capelli no, quelli non li ha più, quelli credo li abbia persi quando alle terza gravidanza di mia madre nacque una terza femmina. Sant’uomo. “Bip-bip”… il Garmin suona… GPS pronto, dice. Ok, ci siamo.
Il garmin suona puntuale ad ogni km, il tuo fiato inizia a fischiare dopo pochi metri e le tue gambe con orgoglio lasciano solchi nel terreno.
Con molta probabilità stai correndo in maniera improponibile con una corsa che di bello non ha nulla, ma il cuore c’è e tu, sei lì per dimostrare a te e a tutti che almeno quello che fino a ieri sapevi fare bene, correre, beh, se vuoi puoi ancora farlo.La tua gara non è stata delle migliori, ma ti ha fatto pensare. Il Garmin da polso l’hai stoppato. L’altro, quello della vita, sta ancora suonando. Ma sei felice perché hai imparato. Hai imparato a riconoscere ed ascoltare l’avviso di quel “bip-bip” diverso.
Già, perché ora lo sai: il Garmin suona sempre due volte.#valorizzalatuaaudacia